Ci sono numerose buone ragioni per richiamare l’attenzione dei nostri Lettori sull’edizione italiana del fortunato volume di Robert David Steele, Intelligence, spie e segreti in un mondo aperto, pubblicato nel 2002 per i tipi della Rubbettino Editore. In primo luogo, per l’opportunità che tale richiamo offre di segnalare una collana, intelligence e comunicazione, mediante la quale il Prof. Mario Caligiuri, che ne è direttore, mira ad arricchire di approfondimenti scientifici una materia che ha senza alcun dubbio bisogno di essere studiata e compresa. Per una Rivista come Per Aspera ad Veritatem, che ha fatto della diffusione della cultura dell’intelligence una delle sue ragioni fondanti, questa non può che essere un’ottima notizia. In secondo luogo, c’è la bella prefazione del Presidente Emerito della Repubblica Francesco Cossiga, tra l’altro noto esperto di intelligence, che si sofferma con ricchezza di argomentazioni su tanti aspetti della cultura della sicurezza nazionale nel nostro Paese, dalla fase storica dell’unità nazionale alle conseguenze politiche connesse ai diversi regimi succedutisi nel tempo. D’altro canto, Steele ha prodotto un saggio teorico di primissimo piano, che si inserisce dichiaratamente e a pieno titolo nel dibattito sul processo di autoriforma che ha investito l’intelligence in molti paesi, a far data dai tragici avvenimenti dell’undici settembre 2001. Non è un caso che l’introduzione dell’Autore all’edizione italiana si soffermi in primo luogo su quelle che sono definite le sei cause specifiche del fallimento dell’intelligence e della controintelligence in occasione dell’attacco al World Trade Center. Tra queste, l’Autore considera supposti fattori di inadeguatezza attribuibili all’intelligence statunitense questioni relative all’organizzazione, al coordinamento delle informazioni, alle relazioni tra Servizi, elementi tutti da rivedere attraverso un processo di riforma che eviti in futuro il rischio di terribili sorprese. Il volume di Steele assolve dunque anche a questa funzione. Una sorta di teoria generale dell’intelligence che è tuttavia calata nello specifico dei nostri tempi in rapido mutamento, cui l’intelligence deve adattarsi attraverso un cambiamento continuo per non essere tagliata fuori dal processo conoscitivo. Lo stesso riferimento inevitabile alla realtà statunitense non deve fuorviare il Lettore, in quanto le idee dell’Autore, vero esperto che ha rivestito per lunghi anni importanti funzioni di consulenza per l’intelligence USA, vanno ben oltre l’esperienza di un singolo, ancorché di primissimo piano, paese.
Gli appassionati di analisi comparata dei testi legislativi avranno, infine, la possibilità di confrontarsi con il testo della legge sulla sicurezza nazionale del 2001, nel penultimo capitolo dell’interessante pubblicazione.
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